Gramsci

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venerdì 21 febbraio 2014

La "mandrakata"


Di seguito pubblichiamo ampi stralci dell'articolo pubblicato sul sito sinistra in rete. 

Nasce il governo Renzi. 
Macché! L'ennesimo "governicchio" di una classe dirigente che non sa che pesci prendere e che alla fine dovrà ubbidire ai diktat delle tecno-oligarchie europee e applicare politiche antipopolari.
Per prima cosa bisogna domandarsi da cosa nasca questa accelerazione, questa spinta fortissima verso un governo Renzi. Si tratta di un vero e proprio disegno sistemico, con il coinvolgimento ed il sostegno attivo dei principali poteri in gioco, od è semplicemente un episodio della guerra per bande che, frutto della crisi della politica secondo-repubblichina, imperversa ormai da anni?
Probabilmente entrambi i fattori giocano la loro parte ma, per quel che è possibile dire oggi, il secondo (la guerra per bande) ha un ruolo prevalente. Il gruppo che si raccoglie attorno a Renzi mostra una sete di potere smisurata, ha un leader che certo non si pone limiti, un partito-stuoino la cui minoranza di "sinistra" (!) è stata la prima a stendergli il tappeto rosso verso il traguardo governativo. Questo per ricordarci che non tutte le "bande" sono sempre in grado di lottare per il potere od una parte di esso, a volte si accontentano più modestamente di vivacchiare e di prendere tempo. Ecco allora che l'avere allontanato la prospettiva elettorale fornirà nell'immediato al segretario del Pd un certo numero di amici in più.

Renzi e i poteri forti.
Detto questo, non è che i centri del potere economico —nazionali ed europei— siano stati a guardare. Per loro Renzi era una carta di riserva, da giocarsi alla bisogna. Non una carta come le altre, però. Una carta un po' più forte, in virtù di una certa popolarità del soggetto in questione. Popolarità coltivata mediaticamente da anni, in parte assai sovrastimata, in parte reale.

Era questo il momento di giocare una simile carta? Lorsignori si saranno di certo posti la domanda. Sta di fatto che le esternazioni del presidente della Confindustria Squinzi sul "nullismo" di Letta sono arrivate puntuali. E così pure l'annuncio della scoperta dell'acqua calda, cioè delgolpe del 2011, sulle pagine del Corriere. Uscite non casuali, senza dubbio, ma che più che ad un disegno organico fanno pensare ad una mossa disperata: Renzi come ultima carta per tentare l'impossibile quadratura del cerchio tra le regole della gabbia europea, che non si ha il coraggio di mettere in discussione, e le esigenze di un'economia nazionale sempre più in crisi.

Qualcuno si è chiesto come mai Renzi abbia smentito se stesso così clamorosamente. L'uomo che diceva che non sarebbe mai andato al governo senza un'investitura popolare (magari truccata con una legge truffa, ma questo è un altro discorso),  ora ha varcato la soglia di Palazzo Chigi in virtù dell'investitura... delle primarie del Pd, cioè del voto di 2 milioni di persone su 48 milioni di elettori... E l'uomo che gridava contro le "larghe intese" si accinge ora a governare con la stessa maggioranza che contestava... Se questo ci dice già abbastanza sulle qualità di colui che qualcuno ha ribattezzato coeRenzi, è però assai probabile che ci sia dell'altro.

Del resto è stato lo stesso segretario del Pd a parlare di azzardo. Perché allora una simile mossa, fra l'altro assai malamente preparata? In proposito possiamo soltanto avanzare un'ipotesi, l'unica che ci pare sensata: perché Renzi e la sua banda non potevano aspettare due anni. A rovinare i piani iniziali di costoro, costringendoli all'azzardo, sono stati due fatti: la sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum e l'inevitabile allungamento dei tempi dell'entrata in vigore della nuova legge elettorale.

Che Governo abbiamo?
Guardando le cose dal nostro punto di vista, da quello cioè di chi si augura un incartamento del blocco dominante, come condizione in grado di rendere più vicina una vera sollevazione popolare, è un bene che la "carta Renzi" sia stata infine giocata. Esiste forse la possibilità che quello che nasce come l'ennesimo governicchio si trasformi, per qualche qualità nascosta del premier, in governissimo? Ci sentiamo di escluderlo, come si sarà capito dal ragionamento fin qui svolto.

In ogni caso, per battere al più presto una simile ipotesi, sarà importante il risultato delle elezioni europee. Un risultato che ci consegnerà comunque un governo di minoranza, dato che non c'è alcuna possibilità che la somma dei voti delle forze che andranno a comporre la prossima maggioranza parlamentare arrivi al 50%.

Ritrovarsi in minoranza è dunque il primo motivo di illegittimità. Il secondo sta nel fatto che questo governo (e questo primo ministro) nessuno lo ha eletto, mentre il terzo risiede nell'illegittimità dello stesso parlamento che si appresta a dargli la fiducia. Illegittimità derivante dall'essere stato eletto con una legge giudicata incostituzionale dalla Consulta.

Governo illegittimo dunque. Da non riconoscere, da contestare e contrastare da subito. Governo illegittimo per tre motivi, ma più sarà forte il primo, con una chiara sconfitta elettorale a maggio delle forze che lo sostengono (anzitutto il Pd), e prima archivieremo anche questa terza carta di lorsignori. Quella carta giovanilista e pataccara con cui vorrebbero rendere più accettabili gli infiniti "sacrifici per l'Europa" richiesti dagli eurocrati di Bruxelles.




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