Gramsci

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giovedì 30 aprile 2015

Un 1° Maggio amaro





Il settantesimo della Liberazione è appena stato festeggiato e domani, 1° Maggio, Festa dei lavoratori tutti noi, siamo di nuovo chiamati a chiederci quando potremo tornare a festeggiare il lavoro che non c'è.
Oggi siamo ad un punto di non ritorno per la politica italiana ed in questo meccanismo i comunisti devono comprendere l'importanza storica di una presenza forte ed organizzata in tutta Italia.
Il Partito dei Comunisti Italiani ha scelti mesi fa di tornare a chiamarsi come i padri del Partito chiamarono la prima forma organizzata dei comunisti italiani: PARTITO COMUNISTA D'ITALIA.
Mai tale scelta fu centrata. Il Governo Renzi è sempre più determinato a colpire non solo la sinistra politica e sindacale, ma il mondo del lavoro che per anni, quella sinistra ha rappresentato in Parlamento.
La legge (truffa) elettorale che stanno approvando a colpi di fiducia sta letteralmente scardinando la Repubblica dai pilastri costituzionali creati dai padri costituenti subito dopo il 1945.
Una legge che permetterà al Partito che prenderà più voti di ottenere il maggior numero di seggi in nome della stabilità sacrificando la vera rappresentanza parlamentare, così come pensato e scritto nella Costituzione.
La riforma del lavoro sta colpendo sempre più i diritti dei lavoratori tornando ai tempi in cui il datore di lavoro (il padrone) poteva permettersi non solo di comandare e non rispettare la persona, ma anche di fare terrorismo psicologico sul lavoratore.
Oggi il diritto allo sciopero è solo un diritto sancito sulla carta e solo pochi lavoratori possono "permettersi" di fare sciopero. Se vuoi il posto di lavoro devi abbassare lo sguardo e subire, come era un tempo.
Colpa della crisi. Si, certamente la mancanza di lavoro pone le persone in una posizione di debolezza, ma la responsabilità dei sindacati è enorme. Per troppi anni la confederazione sindacale è rimasta immobile mentre la politica berlusconiana, il Governo Monti ed ora Renzi hanno smantellato il sistema delle tutele e dei diritti dei lavoratori.
Oggi il 1° Maggio è una festa amara, ma pur sempre una giornata di orgoglio e speranza.
La Bandiera rossa sventola ancora, nonostante tutto e i Comunisti Italiani sono pronti a raccogliere la Bandiera del 1° Maggio per tornare a lottare per i diritto al lavoro e al rispetto della persona che lavora!

Partito Comunista d'Italia
Lodi