Gramsci

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giovedì 1 maggio 2014

Renzi, la sinistra e la lezione di Toynbee.



Pubblichiamo un articolo del Prof. Luciano Canfora  su l'Unità di oggi, 1° Maggio 2014.

Quando l’esperienza storica del cosiddetto socialismo reale si era ormai esaurita con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, alcuni storici tra cui David Sassoon, nella scia di riflessioni acute dovute a Hobsbawm, formularono una interessante diagnosi: che cioè il più importante risultato, soprattutto in Europa, del socialismo reale, era stata la nascita a Occidente dello «Stato sociale».
Era stata quella la risposta quasi obbligata, e alla fine vincente, alla sfida «rivoluzionaria», nella contesa tra i due sistemi che divisero l’Europa in due campi per tantissimo tempo.
Era accaduto cioè che, nei Paesi nei quali l’esperienza comunista avviatasi nel 1917 era parsa per un certo tempo attraente e quasi vincente ma da un certo punto in poi declinante, furono nondimeno assunti orientamenti che miravano a togliere terreno all’avversario, ma al tempo stesso modificavano l’assetto economico e sociale: per l’appunto lo «Stato sociale».
In un certo senso si trattava di un successo del sistema sconfitto ma che era nondimeno riuscito a modificare l’avversario. (Non a caso da anni in Occidente – scomparsa l’esperienza del socialismo reale – si mira sempre più a mettere in discussione e possibilmente demolire lo «Stato sociale». Ma per fortuna la partita è ancora aperta).
Questo modello, che Arnold Toynbee avrebbe definito «sfida e risposta», lo si può osservare, nel più piccolo contesto della realtà italiana dell’ultimo tempo, nel curioso fenomeno del grande successo e apprezzamento che l’attuale presidente del Consiglio consegue presso il più autorevole esponente del centro destra, il leader storico e tuttora operante di Forza Italia.
Lunedì sera la emittente televisiva LA7 ha trasmesso un’intervista al leader di Forza Italia, concessa al giornalista Formigli, in cui campeggiava la reiterata domanda «Renzi le piace?» e la esplicita dichiarazione dell’anziano leader: «Renzi starebbe bene in Forza Italia»
Non giova lasciarsi andare a moralismi: si tratta invece di valutare un’opinione degna di attenzione e di estremo interesse.
È questa infatti la principale vittoria conseguita dal leader del centro destra. Egli ha ottenuto che il Partito democratico, per riuscire finalmente a conseguire (questo per lo meno attualmente si pensa) un consenso significativo, per riuscire insomma a «sfondare », ha dovuto, nella persona del suo attuale leader, assumere i valori fondamentali della parte avversa.
Grande Toynbee.
Luciano Canfora

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