Gramsci

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martedì 27 maggio 2014

Elezioni europee. L'analisi del nostro segretario nazionale.


Il risultato del voto europeo, che andrà analizzato con calma e con tutti i dati definitivi, fa emergere nel complesso una avanzata delle forze antieuropee e nazionaliste. Clamoroso, ma non imprevisto, il successo de Fronte naziomale francese e di altri partiti di destra e estrema destra dalla Grecia all’Ungheria all’Inghilterra. Al contempo dobbiamo evidenziare un buon risultato delle forze comuniste e alternative che si battono per una Europa sociale, dal Portogallo alla Spagna, a Cipro.
In Italia la forte affermazione del Pd attiene più ad una grande popolarità di Renzi (senza sottovalutare l’effetto 80 euro) che non ai temi propriamente europei, visto che l’Italia paga un prezzo altissimo alla politica dell’Ue. Questo risultato tuttavia spazza via la minoranza di sinistra dentro quel partito.
Grillo, che pure registra ancora un forte consenso, con le ultime sparate sui “tribunali del popolo” ha fatto di tutto per perdere (dalle ultime politiche circa due milioni di voti). No va trascurata, infine, la sconfitta di Fi con un travaso di voti verso il Pd.
Il 4% della lista Tsipras, che non va dimenticato aveva escluso il Pdci, è un risultato che poteva essere anche migliore se avesse dispiegato in maniera piena l’unità a sinistra in Italia e in Europa, a partire dal rafforzamento del Gue. Di fronte a quelle scelte, sbagliate, il Pdci ha reagito con razionalità e freddezza, con lo sguardo rivolto al di là delle elezioni, senza chiudersi di fronte alla grave discriminazione subita, mantenendo aperta una interlocuzione con i candidati più avanzati di quella lista. A questo proposito voglio rivolgere un grazie a quanti hanno sottoscritto il nostro manifesto programmatico, auspicando che proprio su quei temi nelle prossime settimane possa proseguire un importante lavoro insieme.
E’ chiaro che il quadro definitivo si avrà anche con la definizione degli eletti, ma l’analisi dei risultati non può farci sottovalutare il permanere di un forte astensionismo e una fortissima personalizzazione della politica. Per quanto riguarda il nostro Partito, senza candidati ha condotto una sua autonoma campagna elettorale, dalla denuncia del colpo di stato in Ucraina, ai temi del lavoro e a quelli, sottovalutati da altri, dell’antifascismo. A tutte le compagne e a tutti i compagni, che senza risorse economiche ma con entusiasmo e abnegazione non si sono mai risparmiati, un grande ringraziamento. Inoltre va apprezzato il lavoro svolto nei territori dal Pdci per le elezioni amministrative in difesa dello stato sociale.
E’del tutto evidente che al di la del risultato della lista Tsipras, non vi sono alternative per il futuro dei comunisti e della sinistra che non sia la costruzione di un fronte unito di sinistra sociale e politica, che abbia alla base il mondo del lavoro e dei diritti, in cui i comunisti siano presenti con un loro autonomo partito più forte e strutturato degli attuali soggetti in campo. Dobbiamo in termini nuovi e inesplorati riaprire la “questione comunista in Italia”. Serve un fronte unitario capace di rapportarsi, nella lotta, con quella parte del popolo di sinistra (ovunque siano oggi collocati), che sappia offrire ai lavoratori, ai giovani, una sponda politica che oggi non c’è e che sarebbe miope vedere risolto nel risultato della lista Tsipras.
Cesare Procaccini, segretario nazionale Pdci

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